Primo chakra o chakra Muladhara: perché è importante

Alla scoperta del Chakra della radice

In sanscrito, Chakra significa ruota, tanto che i chakra si manifestano come vortici di attività bioenergetica. I principali chakra sono sette, disposti lungo l’asse dei meridiani energetici del corpo. In particolare, il Primo e il Settimo chakra sono caratterizzati da un unico polo, che si apre rispettivamente verso il basso per il primo e verso l’alto per il settimo. I chakra dal Secondo al Sesto, invece, sono dotati di due poli che comunicano verso l’esterno attraverso un’apertura anteriore e una posteriore.

È grazie allo yoga che in Occidente è nota la scienza dei chakra, visto l’obiettivo di questa disciplina di mettere in comunicazione il terreno con il divino attraverso il raggiungimento di stati di coscienza sempre più evoluti. La successione dal Primo al Settimo Chakra rappresenta, infatti, l’evoluzione tra questi stadi e costituisce l’integrazione dell’energia spirituale sul piano fisico.

Il funzionamento dei chakra è estremamente importante poiché influenza il comportamento di ogni persona. L’energia bloccata, oppure troppo aggressiva o che fluisce con difficoltà, ha specifiche ripercussioni sulla salute psicofisica dell’individuo. Inoltre, è importante ricordare che ognuno dei sette chakra corrisponde a una caratteristica psichica principale ed è legato a uno dei sette colori dell’arcobaleno. Il Primo Chakra, per esempio, è legato al colore rosso.

Dopo questa introduzione generale sulla scienza dei chakra, approfondiremo le caratteristiche e le funzioni del Primo chakra, evidenziandone l’importanza per l’equilibrio psicofisico della persona.

Le caratteristiche del Primo chakra

Nel sistema dei chakra, il Muladhara è il primo di sette centri energetici principali. Situato alla base della colonna vertebrale, questo chakra è conosciuto anche come “chakra della radice” e rappresenta le fondamenta del nostro sistema energetico. Muladhara, in sanscrito, significa infatti “radice” o “sostegno”, a sottolineare il suo ruolo cruciale nel fornire stabilità e sicurezza all’individuo.

Il suo stadio di sviluppo va dalla gestazione al compimento del dodicesimo mese di età e permette l’esistenza sul piano materiale, attraverso di esso l’energia entra nel corpo, collega alla vita e alla terra. Da esso dipende la vitalità e il corretto sviluppo del corpo eterico, è collegato ai reni.

Fisicamente, il Primo Chakra è collegato al sistema osseo e ai midolli, ai denti, ai surreni, alla pelle, alle unghie e al plasma sanguigno. Regola la temperatura corporea, la crescita, il sistema immunitario. Essere in connessione con il Primo Chakra significa quindi comprendere e guarire il corpo, accettarlo, ascoltarlo, sostenerlo, amarlo. È la base su cui si strutturano tutti gli altri chakra, le fondamenta che danno stabilità a tutta la struttura che viene costruita su di esse, grazie alla volontà e al desiderio di manifestarsi nel mondo fisico.

L’elemento del Primo Chakra è invece la Terra, grazie alla quale è possibile radicarsi e crescere in salute.

Le funzioni del Primo chakra

Il Primo Chakra è quello del corpo, degli istinti, delle pulsioni. Qui si prende coscienza della propria identità fisica che ha il compito dell’autoconservazione. Il nostro corpo è come un tempio, è il mezzo che permette di fare esperienza del mondo finché questa stessa esperienza possa essere trascesa e portata a un diverso livello di consapevolezza. Senza un buon radicamento nel corpo, l’elevazione verso l’alto diventa solo una fuga, un esercizio sterile senza reale consapevolezza.

Inoltre, il Primo chakra è anche alla base del senso di fiducia. Se, per esempio, al momento della nascita tutto va bene e il bambino si sente accettato, sarà un adulto che sviluppa piena fiducia, con buone fondamenta. Al contrario, se nei primi mesi di vita il bambino si sente rifiutato, se non si sente amato, se non ha risposte ai suoi bisogni primari, si innescherà una sensazione di paura per la propria sopravvivenza. Se l’istinto di sopravvivenza non è soddisfatto, la paura dominerà ogni altra sensazione, il corpo del neonato sarà in uno stato di allerta costante e questo porterà a innescare un circuito energetico per cui, anche una volta diventato adulto, l’energia di questo Chakra sarà sempre proiettata verso la soddisfazione dei bisogni primari. Quando questi bisogni sono invece soddisfatti, l’individuo sa che non deve preoccuparsi per la propria vita e può indirizzare le proprie energie verso altri compiti.

Le possibili cause di squilibrio del Primo chakra

Nel normale e sano sviluppo di crescita, i Chakra si aprono armoniosi ed equilibrati; possono però presentarsi degli avvenimenti che provocano squilibrio. I traumi sono però soggettivi: ogni persona reagisce agli accadimenti che la vita pone sul suo cammino in maniera del tutto personale, tanto è vero che lo stesso tipo di trauma può essere di difficile elaborazione per qualcuno e lasciare solo un piccolo segno su un altro. In linea generale, è possibile comunque identificare quali siano i principali traumi che riguardano il Primo Chakra:

  • La perdita materiale di qualcosa che è ritenuto di fondamentale importanza (generalmente la casa);
  • La perdita delle proprie radici (esuli, deportati, emigranti, ecc.);
  • Un grave conflitto territoriale (sia a livello personale sia collettivo);
  • Traumi alla nascita o durante la gestazione (sia per la madre sia per il bambino);
  • Abbandono, povertà, fame, reduci di guerra e superstiti di tragedie, compresi i loro congiunti e i discendenti.

Come riequilibrare il Primo chakra

Ogni individuo ha il proprio Chakra dominante e la dominanza di un Chakra rispetto ad un altro si può evidenziare osservando molteplici aspetti, tutti naturalmente legati al centro di squilibrio. Solitamente, i soggetti con il Primo chakra dominante tendono a manifestare un forte aspetto istintuale. La ragione ha poco spazio, tutto è demandato all’impulsività del momento.

Quando si verifica uno squilibrio del Chakra dominante, il modo migliore per ritrovare il benessere è isolare il chakra in questione in modo tale che non possa più accedere all’energia degli altri chakra. Per isolare il chakra dominante è quindi necessario applicare sul chakra adiacente inferiore e su quello attiguo superiore una goccia del fiore di Bach a loro corrispondente, affinché le essenze floreali creino una barriera che impedisce al dominante di recuperare energia dal sistema. Nel caso del Primo chakra, le essenze corrispondenti sono patchouli e ylang ylang.

Il riequilibrio di un Chakra con i cristalli, invece, deve essere sempre eseguito da un operatore qualificato. In questo caso, i fiori sono sostituiti da delle pietre, poste a fare barriera sui Chakra superiore e inferiore a quello da trattare.

Avere un Chakra Muladhara in equilibrio significa costruire una solida base per tutti gli altri chakra. Proprio come in un edificio, senza fondamenta solide, l’intera struttura rischia di crollare. Un Primo chakra equilibrato ci aiuta invece a vivere in armonia con il nostro ambiente e a sentirci sicuri e connessi al mondo. Questa stabilità di base supporta la crescita personale e permette una progressione verso i Chakra superiori, facilitando il fluire dell’energia in tutto il corpo.


FONTI:

  1. Trevisani C., Mappa di Naturopatia Vibrazionale, SI.RI.E S.r.l.
I meridiani energetici la mappa del corpo sottile

I principi alla base della Medicina Tradizionale Cinese che garantiscono l’equilibrio energetico di corpo, mente e spirito I meridiani energetici rappresentano una parte integrante della medicina tradizionale cinese e delle pratiche di guarigione alternative come l’agopuntura, la digitopressione e la Cromopuntura. Questi antichi concetti hanno suscitato notevole attenzione e interesse nel mondo occidentale, poiché sempre […]

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